Il corpo docente dell’Istituto Comprensivo Bologna 11 ha colto l’occasione del collegio docenti per discutere le Indicazioni Nazionali di Valditara e per esprimersi a riguardo. Il collegio ha trovato le indicazioni “fortemente regressive e peggiorative rispetto a quelle attualmente in vigore”, sottolineando l’ottica occidentalista ed escludente, le lesioni alla libertà d’insegnamento, la trasmissività e la normatività del modello di scuola che hanno in mente il ministro e la commissione che ha elaborato le linee guida. L’IC 11 di Bologna conferma il suo impegno a costruire invece una scuola aperta, multiculturale e plurale. Ci sembra un bellissimo esempio di come gli spazi di collegialità dentro la scuola possano ancora essere usati come momento di confronto e dibattito, e di come la scuola che vogliamo si possa cominciare a costruire dal basso.

Riportiamo quanto espresso:

Il Collegio docenti dell’Istituto Comprensivo n. 11 di Bologna, dopo un’approfondita discussione sulle Nuove indicazioni 2025 – Scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione. Materiali per dibattito pubblico diffuse dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, si è espresso come segue.
1) Il Collegio ritiene le Indicazioni proposte fortemente regressive e peggiorative rispettoa quelle attualmente in vigore. L’ottica occidentalista fortemente escludente, la densitàdei contenuti che tendono alla prescrittività, la prolissità, la contraddittorietà internatra le diverse parti sono caratteri che rendono queste Indicazioni del tutto inadeguate a
orientare la costruzione del curricolo scolastico;
2) Il Collegio stigmatizza in particolare la lesione dei valori costituzionali di autonomiascolastica e di libertà di insegnamento. Le Indicazioni 2025 pretendono di dettarecomportamenti ai singoli insegnanti e di limitare le scelte educative e didatticheindividuali e collegiali: esse sviliscono così sia la funzione progettuale degli OrganiCollegiali sia il ruolo professionale dei docenti e delle docenti.
3) Il Collegio rileva che il modello proposto, rigidamente trasmissivo e normativo,
impedisce alle scuole di sviluppare pienamente la funzione educativa in relazione aitemi della cittadinanza attiva, delle questioni di genere, dell’equità, dei diritti e delcontrasto alla violenza.
4) Il Collegio ritiene le criticità sopra indicate talmente macroscopiche da non poter
essere superate con revisioni o emendamenti e si pronuncia pertanto per il ritiro deldocumento.
5) Il Collegio giudica che le Indicazioni 2025, associate alla riforma della valutazione
della scuola primaria, alle nuove norme in materia di disciplina degli alunni e delle
alunne e alla revisione delle Linee guida per l’insegnamento Educazione civica,
disegnano un quadro di inaccettabile rivalorizzazione di una scuola fondata sulla
coercizione, sul controllo e sull’imposizione dall’alto delle regole e delle scelteeducative.
6) In considerazione di quanto sopra il Collegio si impegna, anche in caso di adozionedelle nuove Indicazioni nazionali, a proteggere e mantenere integra l’offerta formativadell’Istituto Comprensivo 11 nel suo impianto valoriale democratico e nei suoicaratteri di inclusività, apertura, multiculturalità, pluralismo, contrasto alla violenza ecollegialità.
7) Viene inoltre approvato l’allegato “Punti fermi” per chiarire nel dettaglio le
considerazioni qui svolte.

Bologna, 19 maggio 2025
Approvato all’unanimità

Allegato: punti fermi

Nell’analisi condotta sul documento del Ministero dell’Istruzione sono emerse numeroseosservazioni che consentono di precisare meglio l’impegno a conservare i caratteri
democratici e aperti dell’offerta formativa dell’Istituto.
1) L’inclusione non è un “a parte” e non viene dopo
L’analisi dei programmi disciplinari consente di demistificare le dichiarazioni introduttive deldocumento, apparentemente orientate all’inclusione. Emerge un’idea di didattica trasmissiva,
uniforme, fondata prescrittivamente su “saperi consolidati”, nella quale non possono trovareposto le diverse modalità e capacità di apprendimento.
Secondo queste indicazioni ci saranno, dunque, studenti o studentesse “giusti” o “sbagliati”:ma non nel nostro Istituto, dove continueremo a sviluppare un curricolo orientato allosviluppo delle potenzialità di ciascuno e di tutti e non alla realizzazione di “programmi”precostituiti.
2) La storia siamo tutti, e qualcuno si senta offeso
Non solo condividiamo la condanna da più parti espressa per il carattere eurocentrico eoccidentalista delle indicazioni per la storia, ma garantiamo:

  • che nella nostra offerta formativa non ci sarà spazio per un curricolo che divide i
    popoli in capaci e non capaci di storia;
  • che le attività didattiche continueranno a valorizzare le capacità, le curiosità e le
    competenze degli allievi, a intrecciare la conoscenza del passato con la comprensionedel presente, a valorizzare strumenti e percorsi di apprendimento multipli, senzaescluderne alcuno a priori;
  • che continueremo a raccontare storie, comunque.
    Si senta offeso chi si illude di poter segnare a suo arbitrio, con la sua bacchetta di “Maestro”,i confini della storia e dell’insegnamento della storia.
    3) Una scuola steAm
    Il carattere rigido e trasmissivo delle nuove indicazioni è manifesto anche nella parte dedicataalle discipline STEM. Osserviamo tra l’altro che vi sono rimandi solo dall’area STEM a quellaumanistica, ma non viceversa, a riprova della debolezza culturale della proposta educativadelle nuove indicazioni ministeriali: da anni infatti si è diffuso l’approccio STEAM, cheinclude la “A” di arte al gruppo disciplinare scientifico, tecnologico e matematico.
    Continueremo a perseguire un percorso integrato tra le diverse aree disciplinari, senzasteccati a difesa di impraticabili purezze umanistiche, anche in chiave di consapevolezza, usocritico e riflessione critica in riferimento ai nuovi media.
    4) Una scuola, tante lingue
    Il documento propone un percorso di apprendimento dell’italiano tutto volto alla correzione ealla normalizzazione, in cui l’allievo e l’allieva sono semplici destinatari della trasmissione diforme riconosciute dalla tradizione. Nulla su motivazioni, scopi, circostanze concrete di usodelle abilità linguistiche. Nell’Istituto 11 continueremo a valorizzare il pluriliguismo e a
    promuovere lo studio della lingua come scoperta, esperienza, ricerca e appropriazione;continueremo a proporre occasioni e scopi di uso della lingua non per aspettare al varco glialunni e le alunne e correggere i loro errori, ma per sviluppare la loro capacità di prendereconsapevolmente la parola.
    5) Ci vogliono soli e tutti uguali (allievi e insegnanti), noi continueremo a progettare
    insieme con le nostre differenze
    L’affermazione che “l’allievo non sceglie di desiderare di imparare” ci appare insensata ebasterebbe da sola a invalidare tutto il documento. Lavoriamo ogni giorno con ragazze eragazzi che esprimono il desiderio e la volontà di apprendere, anche a fronte di rilevantidifficoltà e svantaggi. Continueremo a puntare sulla motivazione, l’interesse e sulla curiositàdegli allievi e delle allieve come fattori fondamentali dell’apprendimento.
    Altrettanto incomprensibile è la scelta del documento di rivolgersi non alla collegialità deidocenti, cui spetta l’elaborazione del curricolo, ma al singolo insegnante, isolatamente e conistruzioni e prescrizioni di dettaglio, irrispettose della libertà di insegnamento e del profiloprofessionale del docente. Continueremo a lavorare per una progettazione collegiale econdivisa, nella logica della costruzione di una comunità professionale non enunciata mapraticata e vissuta.
    Con gli stessi criteri sarà operata la scelta dei libri di testo e dei materiali didattici.
    Qualunque cosa verrà scritta nelle future Indicazioni nazionali, se ci saranno, noi
    confermeremo questi punti nell’offerta formativa del nostro Istituto, perché riteniamo checostituiscano elementi irrinunciabili del nostro mandato e della nostra responsabilità di frontealle alunne e agli alunni. Sappiamo che è un cammino da fare e che espone a scacchi, fatichee prove. Ma lavoriamo ogni giorno per realizzare e consolidare quei caratteri e quei valori.
    Se il ministro vuole collaborare a quest’opera, sappia che non abbiamo bisogno di maiuscolee dichiarazioni di intenti ma di risorse e strumenti professionali, a partire dalle retribuzioni e
    dalle certezze sul reclutamento. Se confermerà le linee proposte oggi, non potrà contare sulla nostra collaborazione.
La buona pratica dell’Istituto Comprensivo Bologna 11